I Sindaci nella Storia

Dettagli del documento

Dal dopoguerra ad oggi

Descrizione

  • Sammarco Raffaele – 1946-1955
  • Di Natale Nicola – 1955-1960
  • Ardito Pietro – 1960-1965
  • Di Natale Pasquale – 1965-1970
  • Di Natale Pasquale – 1970-1972
  • Sammarco Raffaele – 1972-1974
  • Affatati Nicola – 1974-1975
  • Affatati Nicola – 1975-1980
  • Ronchi Trifone – 1980-1985
  • Ronchi Nicola – 1985-1990
  • Ronchi Nicola – 1990-1995
  • Mariani Marisa -1995-1999
  • Mariani Marisa – 1999-2004
  • Laporta Michele – 2004- ….

Schegge di storia

Il 21 novembre 1946, in una sessione straordinaria, sotto la presidenza del Sindaco prof. Raffaele Sammarco, si riunì il Consiglio Comunale, per prendere una decisione importante e delicata. Quella sera erano presenti i Consiglieri: Luca Curci, Pasquale De Sario, Vincenzo De Sario, Oronzo Di Natale, Vito Di Gioia, Giovanni Losurdo fu Nicola, Vito Losurdo, Gerardo Marchionna e Domenico Petruzzi.

Erano assenti i Consiglieri Giovanni Losurdo di Francesco, Amatore Ronchi fu Nicola, Amatore Ronchi fu Rocco e Rocco Salatino.

L’ordine del giorno o l’oggetto della deliberazione era: “Stemma Comunale – Provvedimenti”.

Ecco il contenuto della delibera: “Il Presidente espone che con deliberazione n. 50 del 30 luglio 1932 approvata il 15 agosto successivo al n. 857/17 Gab. ,si provvedeva a chiedere al capo del Governo la concessione dello stemma rappresentato da una Sirena in mezzo al mare sormontato dalle parole “Coeli Amor”. Nella figurazione dello stemma del Comune venne compreso il Capo del Littorio di cui al R.D. 12 ottobre I933, n° 14450 che avrebbe rappresentato il simbolo del regime che l’istituì, per il che il Comune stesso avrebbe ripetuto origine dal quel regime ovvero verso quel regime avrebbe acquistato particolari benemerenze. Il che non è. Le mutate condizioni politiche della Nazione ed il ripristinato regime di libertà rendono anacronistica tale figurazione araldica.

Pertanto il Presidente propone che lo stemma del Comune sia restituito alla sua antica tradizione e sia soppresso il Capo del Littorio. Il Consiglio, unanime, accoglie per acclamazione la proposta del Presidente”.

– Nel 1946, vengono eliminati gli oleandri posti lungo Via Bari, Largo Plebiscito e Corso Roma. Così si afferma in una delibera di Consiglio Comunale: “presentano uno spettacolo quanto mai squallido, in parte deperiti e in parte contorti, hanno una vegetazione stentata che facilmente fa prevedere la loro sicura morte”.

– Nel 1946, gli uffici comunali erano riscaldati con i bracieri alimentati con la carbonella.

– Nel 1947 fu restaurato l’arco della Porta della Terra. Così si dice nella delibera di Consiglio Comunale: “La mancata manutenzione per lunghi anni e lo stato di abbandono in cui si trovava rendevano particolarmente disdicevole al decoro cittadino tale distruzione. A tale appello molti volenterosi cittadini hanno risposto in pieno, il che ha permesso di ridare all’arco la sua fisionomia estetica e decorosa”. La spesa sostenuta fu di £. 22.705.

– Nel 1947, l’Amministrazione comunale delibera di attribuire il nome di Luigi Di Gioia alla strada anonima della circonvallazione, in memoria dell’eroico sacrificio della vita offerta da predetto militare, nato a Cellamare, perito nelle acque tunisine in seguito ad un siluramento, mentre era prossimo a raggiungere con la sua Compagnia dell’Auto-centro di Bari, l’opposta sponda mediterranea.

– 12 agosto 1948, delibera di Consiglio Comunale n° 34: “Premesso che da lunghi decenni è in uso nel Comune, da parte dei proprietari, di piantare vicino ai muri dei propri fabbricati dei pergoleti con conseguente occupazione di spazio pubblico, uso che si va, in questi ultimi tempi, diffondendo con nuove piantagioni di viti giovani; ritenuto dover uniformare e disciplinare tale consuetudine, allo scopo di evitare abusi da parte degli interessati, e contestazioni da parte di terzi; considerato che l’esistenza di tali pergoleti dà al paese, prettamente rurale, un volto fresco e civettuolo, servendo a volte anche a nascondere la deturpazione di alcune casupole vecchie e cadenti, per cui l’estetica cittadina viene a beneficiarsi assumendo essa una forma caratteristica ed ambientale; tenuto presente che finora mai i pergoleti di che trattasi, occupanti lo spazio e l’area pubblica, sono stati soggetti alla relativa tassa, per cui si ritiene doversi continuare nella consuetudine, anche perché un’eventuale applicazione della tassa porterebbe ben magri vantaggi alla finanza comunale; considerato pure la necessità di salvaguardare gli interessi e la proprietà dei terzi; all’unanimità nel voto per alzata e seduta delibera approvare le seguenti norme relative all’oggetto: – è permessa la piantagione dei pergoleti dinanzi ai fabbricati di proprietà privata, essendo questa una caratteristica ed antica consuetudine del paese, che non deturpa ma abbellisce l’estetica cittadina in relazione al suo ambiente rurale; – la piantagione è permessa a condizione che non arrechi danni a proprietà di terzi e comunque non dia fastidio a persone, dovendo essa essere limitata nell’area esistente dinanzi alle singole abitazioni degli interessati; – nel caso di danni nei riguardi di terzi, di cui al comma precedente, il Comune provvederà con propria ordinanza a fare rimuovere il pergoleto; – i pergoleti di che trattasi sono esenti dalla tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche”.

– Nel 1948, a Cellamare c’erano tre beccherie.

– Nel 1950, l’Ufficio Tecnico Comunale preparò il progetto del canalone, per impedire alle acque alluvionali di entrare in paese, arrecando enormi ed incalcolabili danni; ma gli Organi Tutori respinsero tale progetto perché non c’era in bilancio la possibilità di contrarre un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Il detto canalone non è stato mai realizzato.

– Nel 1951, si dimise il consigliere comunale Giovanni Losurdo fu Nicola, dovendo emigrare negli Stati Uniti d’America.

– Il 25 maggio 1952 si svolgono a Cellamare le elezioni amministrative.

Il Consiglio Comunale s’insedia il 10 giugno dello stesso anno. Il numero degli assessori, voluto dalla legge in base alla popolazione (1.416 ab. al 4 novembre 1951) e fissato dal Consiglio Comunale, è di quattro: due effettivi e due supplenti.

Viene eletto sindaco il prof. Raffaele Sammarco fu Giovanni e fu Maria Custode Scardicchio, nato a Cellamare, il 22 maggio 1900.

Gli assessori effettivi sono Nicola Perrelli di Giuseppe e di Antonietta De Leo, nato a Stornarella, il I° maggio 192I,insegnante, e Pasquale De Sario fu Giuseppe e fu Maria Di Gioia, nato a Cellamare, il 6 maggio 1905,contadino.

Gli assessori supplenti sono Amatore Miulli fu Francesco e fu Santa Dell’Era, nato a Cellamare, il 5 giugno 1905,agricoltore, e Rocco Ronchi fu Nicola e di Maria Carmela Ungari, nato a Cellamare, il 18 febbraio 1892,agricoltore.

Gli altri consiglieri sono: Vincenzo D’Alessandro fu Giacomo e fu Carmela Ungari, nato a Capurso, il 14 febbraio 1887; Francesco Di Natale di Donato e di Anna Devincenzo, nato a Cellamare, il 2 febbraio 1911,agricoltore; Nicola Di Natale di Donato e di Teodora Miulli, nato a Cellamare, il 13 luglio 1924,insegnante; Amatore Di Scipio fu Luigi e fu Angela Scattaglia, nato a Cellamare, il 22 gennaio 1887, agricoltore; Domenico Laporta di Amatore e di Giuseppa Miulli, nato a Cellamare, il 24 novembre 1919, contadino; Domenico Petruzzi fu Raffaele e fu Maria Mariani, nato a Cellamare, il 26 gennaio 1886, commerciante; Rocco Positano di Giuseppe e di Rosa Pavone, nato a Cellamare, il 18 giugno 1919, contadino; Nicola Ronchi di Amatore e fu Angelica Pesce, nato il 4 febbraio 1926, agricoltore; Francesco Sammarco fu Pietro e di Celestina Desario, nato a Cellamare, il 25 marzo 1912, impiegato; Antonio Virdis fu Francesco e fu Maria Soro, nata a Pattada, il 19 novembre 1904, pensionato. Gli eletti appartengono a tre schieramenti diversi, alcuni sono democristiani, altri socialdemocratici, altri indipendenti apolitici ed altri appartenenti ad una lista civica, denominata “S.Amatore”, ispirata al Santo Patrono.

È proprio questa lista che riporta la maggioranza; i suoi componenti sono democristiani e uno (Amatore Miulli) indipendente apolitico.

– Nel 1953, fu approvato il progetto dell’edificio per scuola elementare, in Piazza Risorgimento, con annesso al piano superiore l’Asilo Nido. (la scuola elementare entrò in funzione nel nuovo edificio nell’anno 1954-55…..al primo piano furono trasferiti gli uffici comunali)

– 16 giugno 1954, delibera di Consiglio Comunale n° 27: “Nell’edificio stesso, e precisamente al piano superiore, riservato, secondo il progetto, ad Asilo Infantile, potranno anche trasferirsi gli uffici comunali nell’attesa che il Comune provveda a costruire un apposito nuovo fabbricato; uffici, che sono allegati, come le scuole nell’edificio del nominato Campagna, il quale già insufficiente, sin dall’inizio della locazione, si presenta oggi assolutamente inadeguato alle accresciute esigenze della vita e degli uffici del Comune, oltre che indecoroso per il fatto che è privo di impianto igienico e trascurato da molti anni nella manutenzione”.

– Nel 1965, la popolazione era di 1620 abitanti…..v’erano 242 radio, 58 televisori, 3 telefoni privati, 565 utenze ENEL, 188 autoveicoli circolanti. I disoccupati erano 10; l’asilo era frequentato da 72 bambini.

– Nel 1970, risulta presente a Cellamare l’asilo infantile “Maria Goretti”. Aveva sede nell’immobile del Commissariato della Gioventù Italiana, in Piazza Risorgimento. Vi erano tre sezioni. Era condotto dalle suore.

Ultimo aggiornamento: 26/07/2023, 11:28